Dai Visconti agli Sforza a Palazzo Reale di Milano

Bonino da Campione, Prudence, Italian, active 1357 - 1397, c. 1357, marble, Samuel H. Kress Collection

La mostra "Arte lombarda. Milano al centro dell’Europa", dal 12 marzo a Palazzo Reale, si ispira a quella del 1958, allestita nella stessa sede risanata dopo i bombardamenti del 1943, "Arte lombarda dai Visconti agli Sforza", punto d’arrivo di lunghi di studi, che valorizzavano la cultura artistica lombarda.

Promossa dal Comune di Milano e coprodotta da Palazzo Reale e Skira Editore, la mostra di oggi ripensa quel progetto, ponendo l'accento sul ruolo fondamentale che l'artistica di Milano e della sua regione ebbe tra il Trecento e il Cinquecento, quando in Europa fu sinonimo di qualità e di talenti eccelsi, l’“ouvraige de Lombardie”, una sorta di età dell’oro, primo momento di una civiltà di corte dal respiro europeo. Una mostra affascinante, che propone una rilettura della storia artistica lombarda, riconoscendo nelle relazioni con gli altri territori una parte sostanziale della sua identità. Il percorso illustra, in ordine cronologico, gli eventi e la densità e vitalità della produzione artistica: pittura, scultura, oreficeria, miniatura, 250 opere di cui, oltre ad apprezzare preziosità e forme, si riconoscono i legami e il linguaggio comune. Nella prima sezione, la svolta fondamentale impressa dai Visconti alla cultura, opere di grande pregio, come le vetrate dalla chiesa di S.Maria M.D. di Bergamo, uniche del Trecento in Lombardia. Seconda tappa, gli anni attorno al 1400, dominati da Gian Galeazzo Visconti e dal cantiere del Duomo di Milano. Il percorso, la fioritura  del gotico, che include una sezione del Museo del Duomo, è uno dei punti culminanti dell’esposizione, come mostrano il Libro d’Ore di Michelino da Avignone,  prestito eccezionale da New York, e una splendida tavola di Gentile da Fabriano. Si prosegue con il regno di Filippo Maria Visconti e la crisi del ducato, epoca di materiali preziosi e di alta oreficeria. Quarto capitolo, lo snodo tra la fine dei Visconti e il governo di Francesco Sforza e poi di Galeazzo: le grandi botteghe lavorano al Castello Sforzesco di Milano e di Pavia, Foppa, Bembo, Bergognone, Zanetto Bugatto. Sfilano opere straordinarie, sia tavole che sculture in legno o in terracotta, di  gusto già rinascimentale. Infine Ludovico il Moro e l’arrivo dei Francesi: un'era di cambiamenti radicali, grazie alla presenza a Milano di Bramante, Leonardo, Bramantino, di cui nei lavoritraspare l'influenza, e nella varietà  dei manufatti emerge con tutta la sua forza l'arte lombarda. Fino al 28 giugno. 
Grazia De Benedetti

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